Architetto, dopo una esperienza venticinquennale a Firenze, nel restauro dei monumenti, vive ed opera a Massa Marittima, dove dipinge, scolpisce e manipola metalli ed altri materiali, suona vari strumenti, collabora con facoltà e istituti per le prospezioni territoriali di carattere preistorico, archeologico e paesaggistico in genere.

Progetta allestimenti artistici, turistici e didattici, è stato socio fondatore dell’Associazione Dressing art/Art a porter (esecuzione di temi pittorici su capi di abbigliamento di moda), è presidente dell’Associazione Culturale “Piccoli Eventi” per la promozione di spazi espositivi e di artisti emergenti.

Si ricordano le personali di pittura al Caffè Impero di Follonica (Gr), nel Palazzo Comunale di Casole d’Elsa (Si), al Museo di Arte Sacra a Massa Marittima (Gr), nella Sala della Caccia del Castello Aldobrandesco di Capalbio (Gr), nella Sala del Frontone di Orbetello (Gr), “Arte in vetrina” mostra itinerante nelle vetrine dei negozi del Centro Storico di Massa Marittima (Gr); le collettive alla Galleria del Candelaio a Firenze, alla ex Fornace Pasquinucci di Capraia Fiorentina (Fi), al Caffè Giubbe Rosse di Firenze, al Palazzo della Loggia a Noale (Ve); le estemporanee con riconoscimenti, a S.Ansano a Dofana (Si), a Castelnuovo Berardenga (Si), a S.Sano in Chianti (Si), a Colle di Val d’Elsa (Si), a Torgiano (Pg), a Bastia Umbra (Pg).

«L’architettura come reperto, testimone del tempo, è il tema dominante e caratterizzante la ricerca espressiva di Marco Marchetti.
La citazione colta di studi e progetti seicenteschi, facciate o dettagli di decorazioni firmate Buontalenti o Borromini, sono l’elemento guida da cui l’autore muove le sue “rivisitazioni” che impaginano l’immagine nello spazio pittorico come frammento e ne esaltano il valore di memoria inglobandola su superfici non cartacee – come vorrebbe l’originale – ma lignee. Legni vissuti, sapientemente dipinti e invecchiati che vanno oltre il concetto di supporto e cornice perchè compongono un unico corpo e un’unicità di senso tra contenuto e contenitore stabilendo peraltro una peculiare sinergia fra intervento grafico, pittorico e plastico.
Le opere si offrono come scatole magiche aperte sulla scena di un teatro dove è protagonista la storia, attraverso il racconto di una bellezza che il tempo ha trasformato sfumandone l’opulenza decorativa in un nuovo carattere fatto di silenzi di linee e d’ombre, carico di un fascino misterioso».

Roberta Fiorini
“ECO d’arte moderna”